Barbera
Menzionata ufficialmente nel 1978 tra le uve mere di qualità da Giuseppe Nuvolone Pergamo, curatore del Calendario Geografico della Società Agraria di Torino di cui fu vicedirettore, la Barbera, conosciuta già nel Medioevo col nome di "uva grigia", è il vitigno autoctono italiano più coltivato dopo il Sangiovese e il più diffuso all'estero, dall'Argentina alla California all'Australia, perchè si adatta ai climi più diversi e dà buoni risultati su terreni poco fertili. La qualità della Barbera è salita drasticamente negli ultimi trent'anni, grazie all'ambizione di produttori che hanno cominciato a lavorarla sapientemente in vigna e affinarla correttamente in cantina. Vinificata sia in purezza che in assemblaggio, (nelle Langhe è classico il taglio di Barbera e Nebbiolo), dona al vino un colore rosso rubino con riflessi violacei, che tende al granato con l'invecchiamento. I profumi cono intensi e, pur essendo un vitigno camaleontico, difficilmente riconoscibile negli assaggi alla cieca, si distinguono note di frutta rossa, sottobosco e spezie. Se vinificata con cura la Barbera dà sicuramente origine ad un grande vino, almeno per i primi 5/10 anni di vita, esprimendosi in tutta la sua armoniosa opulenza, piacevolissima grazie alla spiccata acidità e alla trama vellutata che accarezza il palato. Le sue più felici espressioni si trovano nella zona d'origine, il Monferrato, con le Docg Nizza, Barbera d'Asti e Superiore del Monferrato, e nella Doc Barbera d'Alba, estesa in gran parte dei territori di Langhe e Roero. In Lombardia e Emilia segnaliamo le Doc Oltrepò Pavese Ross, Oltrepò Pavese Barbera, Colli piacentini Barbera e Colli Bolognesi Barbera.